Scopri le principali opere di Niki de Saint Phalle

Pubblicato il : 25 Giugno 20212 tempo di lettura minimo

Vero nome Catherine Marie-Agnès Fal de Saint Phalle, Niki de Saint-Phalle è una pittrice e scultrice. Nata nell’ottobre 1930 a Hauts-de-Seine, è diventata una donna di grande talento. Dopo aver fatto la modella, si è dedicata interamente all’arte. Possiamo quindi scoprire che esprime attraverso le sue opere i suoi sentimenti e le sue angosce: dalla gioia alla tragedia.

I pulcini di Niki

Ciò che ha reso l’artista quello che è sono i suoi pulcini: dai più piccoli a quelli monumentali. Si notano subito per le loro forme allegre e i loro colori impressionanti. Sono così preziosi che anche una piccola nana di 20 cm è stata venduta per 26.000 euro.

Inoltre, Nanas in tre forme diverse sono state vendute per 750.000 euro, “Nana, la ballerina rosa” per 360.000 euro e la nana monumentale di 270 cm venduta per 780.000 euro nel 2006! Per i collezionisti d’arte, i pulcini di Niki sono opere eccezionali il cui valore continua a salire, anche anni dopo la sua morte.

La fontana di Stravinsky

Questo è uno dei progetti più belli che Niki ha completato nella sua vita. In stretta collaborazione con suo marito, Jean Tiguely, hanno trasformato questo luogo in un piccolo angolo di paradiso. Certamente, è un monumento da non perdere a Beaubourg, con una scultura ben curata, un gioco di contrasti che rende il luogo bello combinato con una pittura ammaliante. Chi potrebbe resistere a un tale splendore che contiene sia uno spettacolo musicale che un teatro acquatico?

In moto perpetuo, la fontana offre ai passanti uno spettacolo magico: suoni di animali acquatici e terrestri, buona musica per un momento di relax… In tutto, ci sono sette creazioni monocromatiche di Jean Tinguely, sei opere di Niki de Saint Phalle e altri tre pezzi, una collaborazione della coppia.

I colpi

 Principalmente è conosciuta per il suo tiro al fucile. Essendo autodidatta, ha provato di tutto: pittura, scultura e anche tiro a segno. Ha iniziato a girare negli anni ’60. Consiste nello sparare su tele e su sacche di vernice. Il risultato è stupefacente, con i colori che scorrono sui dipinti in fase di completamento. Così si chiamano anche i suoi quadri “sanguinolenti”. Ciò che la distingue è anche il fatto che invita i suoi spettatori a partecipare allo spettacolo, cioè a sparare con un fucile.

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